Indici di Borsa: cosa sono, quali sono i principali e come investire

Un efficace strumento per costruire strumenti finanziari e per facilitare la comunicazione nel mondo della finanza. Vediamo insieme che cosa siano gli indici -come il FTSE MIB, il DAX e il Nasdaq 100- e perché sono così importanti nel mondo dei mercati finanziari.

Gli indici di Borsa sono uno dei primi argomenti che bisognerebbe conoscere quando si inizia a investire. Lo noti facilmente anche ascoltando il telegiornale o qualsiasi rassegna stampa, in cui senti frasi come “apertura positiva del Nasdaq” oppure “Oggi il FTSE MIB è sceso di 40 punti base”. Sono frasi che per molti non significano nulla, ma sono più semplici e più importanti di quanto potresti pensare.

Oggi parliamo di tutto quello che devi sapere sugli indici di Borsa: cosa sono, perché vengono nominati così spesso e in che modo possono rientrare nella tua strategia di investimento. Infatti sbaglieresti a pensare che siano solo un concetto teorico; sia gli investitori di lungo termine che i trader speculativi dovrebbero approfittare di questo strumento, che molto spesso è più prevedibile delle singole azioni o obbligazioni.

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indici di borsa cosa sono come funzionano e quali sono i principali
Gli indici di Borsa sono un modo per rappresentare l’andamento di tante diverse azioni o obbligazioni – GiocareInBorsa24.com

Cosa sono gli Indici di Borsa?

Gli indici di Borsa uniscono tante diverse azioni o obbligazioni e ti dicono qual è l’andamento complessivo di tutti gli strumenti che ne fanno parte. E’ un concetto fondamentale per capire come funziona la borsa.

Le azioni o le obbligazioni che fanno parte di un indice vengono chiamate spesso “componenti dell’indice” o “sottostanti dell’indice”. Quando le componenti vanno bene e il loro valore cresce, cresce anche il valore dell’indice; al contrario, se le componenti vanno male anche l’indice va male.

Prendiamo come esempio il FTSE MIB. Il FTSE MIB è l’indice rappresenta l’andamento delle 40 aziende più capitalizzate quotate in Italia, sulla Borsa di Milano.

Di giorno in giorno, ovviamente, ognuna di queste aziende vede le sue azioni oscillare in un modo diverso: alcune salgono, alcune scendono, altre hanno una performance neutra.  Raccogliere tutte queste aziende raccolte in un indice ci permette, guardando soltanto l’andamento dell’indice, di capire se sono prevalse le azioni che sono andate bene oppure quelle che sono andate male. E ci permette anche di capire quanto le une abbiano prevalso sulle altre, un’altra informazione molto utile.

Nella sua forma più semplice, un indice fa semplicemente la media dell’andamento di tutte le sue componenti e la esprime con un singolo numero. Ipotizziamo ad esempio di avere un indice fatto di 3 aziende che hanno registrato oggi queste performance:

  • Nike: +3%
  • Adidas: +1%
  • Puma: -1%

Potrebbe essere un nostro piccolo indice per tracciare l’andamento delle azioni che producono abbigliamento sportivo.

Se facciamo la media tra le performance (+3%, +1%, -1%), il risultato è +1%. Questo significa che nell’ultima giornata di scambi in Borsa, il nostro indice è cresciuto di 1 punto percentuale.  Come vedremo meglio nel corso della guida, oggi vengono usati dei metodi di calcolo un po’più sofisticati che permettono di avere ancora più informazioni sull’andamento dei titoli sottostanti.

Perché ci servono gli indici di Borsa?

Ormai esistono decine di migliaia di aziende quotate in tutto il mondo ed esistono centinaia di migliaia di strumenti obbligazionari.

Per questo è spesso necessario semplificare la comunicazione e lo studio degli investimenti, cercando di raggruppare tanti strumenti finanziari in un singolo dato. Gli indici servono proprio a questo, ma se le componenti vengono scelte a casaccio il risultato finale è abbastanza inutile.

Nel nostro esempio di prima, avevamo scelto tre aziende che appartengono allo stesso settore industriale (abbigliamento sportivo). Volendo potremmo allargare l’indice aggiungendo altre aziende di questo settore, come Under Armour o Fila, fino a toccare tutte le aziende che producono abbigliamento sportivo nel mondo. Questo ci permetterebbe di avere informazioni importanti, ad esempio:

  • Giorno per giorno ci direbbe, in modo sintetico, com’è andato il settore nel suo complesso
  • Nel corso del tempo ci permetterebbe di costruire un grafico con l’andamento del settore, in modo da capire come stia andando nel corso delle settimane e dei mesi
  • Una volta raggiunto 1/2 anni di storico, potremmo iniziare a studiare l’andamento delle singole azioni rispetto all’indice per capire quali titoli siano andati meglio e quali titoli siano andati peggio rispetto alla media
  • Volendo potremmo costruire altri indici su altri settori (es. abbigliamento di lusso) per confrontare le performance e per capire su quale ci conviene investire

Normalmente ci sono due tipi di logiche che vengono utilizzate nella costruzione degli indici. La prima, quella che abbiamo appena visto, prevede di andare alla ricerca di tutte le varie azioni che appartengono allo stesso settore. La seconda, invece, è quella del FTSE MIB: in questo caso non è importante il settore, ma si va alla ricerca di tutte le aziende che appartengono alla stessa nazione o area geografica.

Anche nel secondo caso, l’obiettivo rimane lo stesso: poter capire come sta andando il mercato di una certa zona geografica nel corso del tempo, poterlo confrontare con l’andamento di altre aree o cercare di capire se un titolo sta facendo meglio o peggio degli altri che compongono l’indice. Nella grande maggioranza dei casi, gli indici sono fatti di azioni; esistono comunque anche degli indici di obbligazioni, per quanto se ne parli di meno.

Come nasce un indice di Borsa?

Un indice di Borsa non è un vero e proprio strumento finanziario. Non puoi comprare o vendere indici, perché sono soltanto un modo di rappresentare l’andamento degli strumenti finanziari che li compongono. Questo significa che non c’è nessuna quotazione in Borsa per gli indici, non c’è una IPO e dal momento in cui vengono creati si può calcolare a ritroso la loro performance  per avere da subito in mano dei dati storici.

Ma se tutti possono creare un indice, virtualmente anche tu stesso, perché alcuni sono così tanto famosi come lo S&P 500 o il FTSE MIB? La risposta è semplice: questi indici sono usati per abitudine e per convenzione. Quando un indice diventa molto conosciuto, inizia a venire riportato sui giornali finanziari nelle rassegne stampe; si inizia a menzionarlo sui siti, i trader ne parlano, le piattaforme iniziano a mostrare il suo andamento e l’indice acquisisce notorietà.

Quando un indice acquisisce così tanta notorietà, diventa il modo in cui tutti si riferiscono per convenzione al settore o al mercato che rappresenta. Se ad esempio vuoi parlare di come stanno andando le azioni italiane con un altro investitore, è probabile che tu o lui inizierete a commentare l’andamento del FTSE MIB. Entrambi lo conoscete e sapete com’è composto, per cui entrambi potete capirvi. Il fatto che alcuni indici vengano usati in tutto il mondo per convenzione e per abitudine aiuta a facilitare la comunicazione tra tutti gli investitori.

A meno che tu non diventi il manager di un grande fondo di investimenti, se crei un tuo indice è probabile che non verrà riportato sulle testate giornalistiche e che se ne parli al telegiornale. Nonostante ciò, può essere una cosa utile per te se ritieni di aver bisogno di mettere tante azioni o obbligazioni all’interno di uno strumento che le rappresenti tutte.

Si può investire sugli indici? Come si fa?

Se provi a iscriverti a una piattaforma di trading seria, regolamentata in Europa e autorizzata Consob come XTB ti accorgerai che all’interno della piattaforma c’è una sezione interamente dedicata agli indici. Può sembrare che tu possa comprare e vendere delle “quote” dell’indice, ma non è così. Come abbiamo detto, gli indici non sono strumenti finanziari e non possono essere direttamente comprati o venduti.

Nel corso del tempo sono nati degli strumenti finanziari collegati agli indici che ti permettono, anche se indirettamente, di investire proprio sul valore degli indici. Questo è molto conveniente per gli investitori e per i trader, perché investire sul valore degli indici ha dei vantaggi importanti rispetto a negoziare le singole componenti:

  • L’investimento è già diversificato per sua natura, dal momento in cui un indice raccoglie al suo interno tanti strumenti finanziari
  • É più facile fare previsioni sui settori e sulle aree geografiche che sulle singole aziende. Per esempio, è difficile dire se il modello di batterie ricaricabili di Tesla batterà il modello battery swap di NIO, ma è abbastanza chiaro che il futuro appartenga alle auto elettriche
  • Gli indici tendono a essere meno volatili dei singoli strumenti che li compongono, per cui emotivamente è più facile gestire l’investimento in questo tipo di strumenti

Vediamo quali sono le principali soluzioni che esistono per investire, anche se indirettamente, sugli indici.

come investire sugli indici
CFD, fondi comuni d’investimento e ETF sono i principali strumenti con cui investire sul valore degli indici

1. Fondi comuni d’investimento

I fondi comuni d’investimento sono fondi che aggregano il risparmio di tante persone e lo investono a seconda delle scelte dei manager del fondo. Normalmente ogni fondo negozia soltanto le azioni di un certo indice e cerca di far crescere il suo patrimonio più velocemente di quanto cresca l’indice stesso. L’indice che viene preso come riferimento è chiamato benchmark.

In questo caso l’andamento del tuo investimento sarà grossomodo quello dell’indice, ma potrebbero esserci differenze anche importanti. Il motivo è che le scelte dei manager possono influenzare la performance in un modo positivo o negativo, il che è anche piuttosto imprevedibile.

Il primo motivo per cui noi non consigliamo di investire in fondi comuni è proprio che sono imprevedibili. Molto spesso i manager prendono scelte sbagliate e il fondo performa peggio dell’indice, come dimostrano moltissimi paper e studi condotti proprio sulle performance di questo tipo di investimenti. Per citarne alcuni:

  • Lo SPIVA® U.S. Scorecard 2018 ha analizzato la performance dei principali fondi statunitensi scoprendo che il ritorno dei fondi americani è stato inferiore del 14.07% nei 10 anni dal 2008 al 2018 e del 16.24% nei 15 anni dal 2013 al 2018 rispetto al loro benchmark. Essendo uno studio condotto da Standard & Poor’s, le informazioni sono molto attendibili.
  • Uno studio di Scope Analysis, società di ricerca con sede a Berlino, ha scoperto che soltanto il 24% dei fondi a gestione attiva è riuscito a battere il suo indice di riferimento nell’anno precedente allo studio, su oltre 2.000 fondi analizzati
  • Un articolo pubblicato sul sito di Morningstar, una delle più grandi investment firm americane con oltre 1.4 miliardi di dollari di asset gestiti, è ritornato sull’argomento a gennaio 2020. Come si legge nell’articolo, solo il 16% dei fondi comuni ha battuto il suo benchmark sia nel 2017 che nel 2018 e nel 2019

Questo significa che le probabilità giocano contro a chi investe in fondi comuni d’investimento. Non solo, ma si tratta di prodotti con costi mediamente molto alti. Solo per i costi di gestione si spende dall’1,20% al 2,50% annuo del capitale investito; se il fondo batte il benchmark, normalmente sulla plusvalenza il fondo trattiene il 20% dei profitti. Il risultato è che diventa doppiamente difficile ottenere risultati con questo sistema.

2. ETF

Gli ETF sono altrettanto dei fondi, ma molto diversi dai fondi comuni. In questo caso, tanto per cominciare, il fondo è quotato in Borsa: questo significa che vendere e comprare le quote è molto più semplice e che puoi negoziare le quote di questi fondi in qualunque momento. Inoltre non cercano di battere l’indice attraverso le scelte dei manager, ma si limitano a replicarlo: l’ETF mantiene nel suo portafoglio tutte le aziende che compongono l’indice, esattamente nelle stesse proporzioni in cui fanno parte dell’indice.

Il bello degli ETF è che normalmente performano meglio dei fondi a gestione attiva, proprio perché danno il tempo ai titoli di crescere anziché comprare azioni e rivenderle ad alta frequenza con il rischio di fare decisioni sbagliate. Inoltre, proprio dal momento in cui non necessitano di un team di trader costantemente alla ricerca di opportunità, i costi per l’investitore sono molto più bassi.

Per un ETF il costo di gestione annuo va dallo 0,10% allo 0,30%. Una cifra che è 10 volte inferiore a quella richiesta dai fondi comuni d’investimento, con un probabilità maggiore di ottenere profitti. Non è un caso che la popolarità dei fondi a gestione passiva sia esplosa negli ultimi 20 anni e che sempre più privati decidano di usare questo tipo di prodotti per i loro portafogli a lungo termine. E dal momento in cui la missione dell’ETF è replicare il più fedelmente possibile l’andamento del suo indice, non ci sono commissioni sulla performance.

Se vuoi dare un’occhiata ai vari ETF e agli indici che replicano, un’ottima piattaforma per farlo è eToro. eToro ti permette di negoziare decine di ETF senza pagare nessuna commissione, comprando e vendendo quote vere e proprie del fondo oppure i CFD sulle quote. Puoi registrarti gratis su eToro e anche provare il servizio senza rischi con 20.000$ virtuali, grazie al conto demo offerto a tutti i nuovi utenti.

3. CFD

I CFD (Contracts For Difference) sono degli strumenti finanziari derivati. Significa che seguono l’andamento di un altro strumento, che può essere un’azione o una coppia di valute o un indice. Ovviamente in questo contesto ci interessa proprio parlare di indici e dei CFD che li riguardano.

Un CFD è un contratto tra te e il broker. Quando decidi di comprare un CFD sull’indice Nasdaq 100, tu e il broker avete un accordo: se il valore dell’indice aumenta il broker pagherà te, mentre se il valore dell’indice diminuisce sarai tu a dover riconoscere una differenza al broker. Il bello di questi strumenti è che possono essere usati in modo più speculativo dei fondi e degli ETF, specialmente per alcune loro caratteristiche:

  • Possono essere negoziati con la leva finanziaria, quindi sfruttando del denaro preso in prestito dal broker
  • Hai la possibilità di scegliere se investire a rialzo o a ribasso, quindi puoi cogliere opportunità sia in momenti di crisi che di crescita economica
  • Non c’è nessun costo di gestione, dal momento in cui non si tratta di fondi
  • Normalmente i broker di CFD ti permettono di negoziare questi strumenti pagando solo un piccolo spread, cioè una lieve differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita

Nel corso del tempo i CFD sono diventati l’anima del trading online, che di fatto ormai è basato su questo tipo di strumenti. Le piattaforme più conosciute per negoziare online, come Trade.com, mettono a disposizione dei clienti proprio questi contratti. Se vuoi provare a fare trading sui CFD degli indici, senza correre rischi, puoi farlo provando il conto demo gratuito di Trade.com..

vantaggi dei cfd
I CFD sono un modo molto conveniente di esporsi alle oscillazioni degli indici

I 10 indici di Borsa più importanti del mondo

Per completare la tua guida introduttiva agli indici di Borsa, sicuramente ti sarà utile avere un’idea di quali siano gli indici di Borsa più importanti al mondo. In questo modo potrai iniziare a seguirli, magari, e a capire di che cosa si sta parlando quando uno di questi indici viene menzionato.

1. S&P 500

Nazione: Stati Uniti
Componenti: 505
Settore: Misto

Lo Standard & Poor’s 500 è l’indice di Borsa più seguito al mondo ed è quello che viene usato più spesso come metro di paragone per tutti gli altri indici. Le sue componenti sono le 505 aziende più capitalizzate quotate in qualunque listino azionario degli Stati Uniti. La capitalizzazione di un’azienda è data dal numero di azioni esistenti di quell’azienda moltiplicato per il prezzo di ciascuna azione.

Lo S&P500 è un indice di Borsa pesato per capitalizzazione: significa che il suo andamento è la media ponderata di tutte le aziende che ne fanno parte, dove il peso di ciascuna azienda dipende dalla sua capitalizzazione. Se l’azienda A ha una capitalizzazione di 100 miliardi di dollari e l’azienda B è capitalizzata solo per 50 miliardi, l’azienda A influirà il doppio sull’andamento dell’indice.

2. Dow Jones Industrial Average

Nazione: Stati Uniti
Componenti: 30
Settore: Industriali

Il Dow Jones Industrial Average rappresenta l’andamento delle più grandi aziende industriali degli Stati Uniti, cioè le imprese che hanno a che fare con la produzione manifatturiera. Non importa se queste aziende producono automobili, vestiti o microchip: l’importante è che siano coinvolte nella produzione industriale di beni manifatturati nei loro stabilimenti.

Questo indice è molto utile per poter confrontare l’andamento del settore industriale a quello di altri settori. Normalmente questo è un settore fatto di aziende solide che pagano dividendi e crescono a un ritmo moderato, al contrario di altri emergenti (come il tech) che sono l’esatto opposto.

3. Nasdaq 100

Nazione: Stati Uniti
Componenti: 102
Settore: Misti, ma quasi esclusivamente tech

Il Nasdaq è una Borsa con sede a New York che funziona come alternativa, o meglio come complementare, del più tradizionale New York Stock Exchange. La maggior parte delle aziende tech scegliere di quotarsi presso il Nasdaq, che è ormai diventato un punto di riferimento per aziende legate a software e informatica.

Le 102 aziende più grandi per capitalizzazione fanno parte dell’indice Nasdaq 100. Teoricamente questo riflette l’andamento di questa Borsa nello specifico, ma quasi mai lo si nomina per questo motivo. Di solito viene considerato come l’indice tech per eccellenza e lo si usa come metro di riferimento per parlare della performance dei titoli legati a software, cloud computing e informatica in generale.

4. DAX 30

Nazione: Germania
Componenti: 30
Settori: Misti

La Germania è una delle economie più grandi al mondo e viene vista come uno specchio dell’economia europea in generale. Normalmente, sia in America che in Asia, quando i quotidiani finanziari vogliono parlare delle Borse europee fanno una parentesi sull’andamento del DAX e lo usano come dato per riferirsi all’Unione Europea nel suo complesso.

Tra le aziende che fanno parte di questo indice troviamo Daimler (proprietaria di brand come Mercedes e Smart), Volkswagen, Adidas, Lufthansa, Allianz e Bayer. Sono tutte aziende molto grandi e rispecchiano tanti diversi settori dell’economia, quindi il DAX è un ottimo modo per avere una panoramica dell’andamento dell’economia tedesca.

5. MSCI World Index

Nazione: 23 nazioni di tutto il mondo
Componenti: 1.586
Settori: Misti

L’MSCI World Index è considerato l’indice più diversificato in assoluto, perché al suo interno si trovano tutte le più grandi aziende, tratte da tutti i più grandi mercati e da tutti i settori. L’indice riflette l’andamento dell’economia mondiale nel suo complesso, ed è molto utile per gli investitori di lungo termine. Se il tuo obiettivo è investire su un ETF che ti permetta di diversificare in automaticol il tuo investimento su tutti i settori, sceglierne uno su questo indice è una scelta molto pratica. In poche parole, può essere un singolo indice su cui costruire un piano di accumulo a lungo termine senza difficoltà.

6. Hang Seng

Nazione: Hong Kong
Componenti: 50
Settori: Misti

L’Hang Seng raccoglie le 50 aziende più capitalizzate tra quelle quotate sulla Borsa di Hong Kong. Dal momento in cui Hong Kong è un mercato neutrale ed è una delle piazze finanziarie più importanti dell’intero continente asiatico, molte aziende si quotano qui a prescindere dalla loro nazionalità. É un modo per costruire un ponte con gli investitori Occidentali e per assicurare agli investitori una regolamentazione seria dei titoli, cosa che invece manca sui listini cinesi.

7. Nikkei

Nazione: Giappone
Componenti: 225
Settori: Misti

La Borsa di Tokyo ha perso un po’di competitività negli ultimi anni. Se tra gli anni ’80 e gli anni 2000 era diventata una diretta concorrente dei mercati americani, ora è stata un po’lasciata indietro dalla nascita di altri poli competitivi in Cina e dalla mancanza di un forte sviluppo nel settore tech. Detto questo, rimane comunque uno dei poli finanziari più importanti al mondo. Da Honda a Toyota, da Sony a Softbank, sono davvero tante le grandi aziende di successo che fanno parte dell’indice Nikkei.

8. SSE Composite

Nazione: Cina
Componenti: 1.860 (gennaio 2021)
Settori: Misti

Può sembrare che il principale indice di Borsa in Cina, essendo l’espressione di una superpotenza economica diretta verso il ruolo di più grande economia al mondo, sia estremamente importante. In realtà non se ne sente parlare spesso, perché il governo cinese non è mai stato troppo favorevole ai mercati finanziari. Gli investitori internazionali tendono a essere molto prudenti verso gli investimenti in Cina, perché le leggi sulla trasparenza dei bilanci e dei prezzi di negoziazione offrono un livello di tutela molto basso agli investitori stranieri.

L’indice SSE Composite è composto da tutte le aziende quotate presso la Borsa di Singapore, quindi il numero di sottostanti tende a cambiare nel corso del tempo. Quando senti parlare di un indice che ha la parola Composite nel nome, di solito è proprio un indice che raccoglie tutte le aziende di una certa Borsa.

9. Bovespa

Nazione: Brasile
Componenti: 70
Settori: Misti

L’economia brasiliana è in forte crescita e la nazione è da anni in una fase di netta espansione. Il Brasile è nettamente il player economico più importante in Sud America ed è anche uno dei mercati emergenti che attirano più investimenti, viste le interessanti aziende quotate in loco. L’indice Bovespa raccoglie le 70 società più capitalizzate e ne riflette l’andamento.

10. S&P/TSX Composite

Nazione: Canada
Componenti: circa 250
Settori: Misti

Il Canada è spesso considerato dagli investitori “l’altra faccia degli Stati Uniti”. La Borsa più importante della nazione è quella di Toronto, ed è proprio quella che viene rappresentata dall’indice S&P/TSX. Con le sue circa 250 componenti, l’indice rappresenta circa il 70% della capitalizzazione di mercato di tutte le aziende quotate in Canada.

Conclusioni

Gli indici di Borsa sono un modo molto efficace per rappresentare tante singole aziende all’interno di un solo strumento. Possono essere utili sia per fare delle analisi di mercato, confrontanto nazioni e settori diversi, sia per facilitare la comunicazione nel mondo della finanza. Tutte le Borse e tutti i principali settori dell’economia mondiale hanno un loro indice di rappresentanza.

Gli indici sono anche molto utili per costruire strumenti finanziari che li replicano, come i CFD e gli ETF. Attraverso questi strumenti finanziari, gli investitori possono investire cifre relativamente piccole e nonostante ciò avere un portafoglio ben diversificato di titoli. Se vuoi accedere ai grafici in tempo reale dei principali indici di tutto il mondo, vuoi provare a negoziarli tramite CFD o ETF, puoi mettere in pratica tutto quello che abbiamo detto fino a ora iscrivendoti gratis a eToro.

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FAQ

Cosa sono gli indici di Borsa?

Gli indici di Borsa sono un modo per rappresentare l’andamento di tante diverse azioni o obbligazioni con un singolo strumento.

Quali sono gli indici della Borsa Italiana?

L’indice più famoso della Borsa Italiana è il FTSE MIB, che raccoglie le 40 aziende più capitalizzate. Poi c’è il FTSE All-Share, che contiene tutte le aziende quotate in Italia, e infine il FTSE Italia Star che include le sole aziende quotate sul segmento STAR del Mercato Telematico Azionario.

Come viene calcolato il valore degli indici?

Normalmente gli indici sono il risultato della media ponderata di tutte le loro componenti. La media viene ponderata in base alla capitalizzazione di mercato di ciascuna azienda, nella maggior parte dei casi, mentre più raramente viene usato il volume di scambi.

Si può investire sugli indici di Borsa?

Anche se non puoi comprare o vendere un indice o le sue “quote” (un indice non ha quote né azioni), puoi comunque investire sul valore di un indice attraverso i fondi comuni, gli ETF e i CFD costruiti intorno all’indice che ti interessa.

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